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Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia del 1989

La Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia è stata presentata il 20 novembre del 1989, adottata all’unanimità dall’Assemblea Generale dell’ONU ed è entrata in vigore nel settembre 1990.

La Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia è fondamentale, poiché afferma che i bambini sono soggetti di diritto e non solo oggetto di protezione e beneficiari di servizi.

Infatti per la prima volta nella storia nella Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia viene dichiarato che i minori sono persone, senza distinzione di religione o etnia.

convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia

 

La Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia viene preceduta dalla Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo del 20 novembre 1959.

La Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo afferma come anche le esigenze affettive e di benessere psicologico favoriscono lo sviluppo armonioso della personalità, andando oltre i basilari diritti quali salute, istruzione e sicurezza sociale.

Tuttavia la Dichiarazione dei Diritti del fanciullo del 1959 non era vincolante poiché priva di valore giuridico.

Invece la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia non conteneva più semplici dichiarazioni, bensì impegni precisi poiché prevede un organismo di controllo.

Per comprendere come si è arrivati alla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia occorre andare indietro di diversi decenni, ovvero quando i bambini hanno iniziato ad essere riconosciuti come persone.

Fino agli inizi del 1900 il bambino non veniva riconosciuto come persona a tutti gli effetti, avvenne solo dopo che scienze dell’educazione come pedagogia e psicologia iniziarono ad affermarsi.

E’ da quel momento che il bambino iniziò ad essere riconosciuto come persona aventi qualità diverse dall’adulto, con specifiche esigenze di tipo psicologico, affettivo, intellettivo e motorio, quindi meritevole di un’educazione dedicata.

Una data importante è il 6 gennaio 1920, quando a Ginevra su iniziativa della Croce Rossa venne fondata l’Unione internazionale per il soccorso all’infanzia, adottando poi la Dichiarazione dei diritti dell’infanzia.

Il testo fu preparato da Eglantine Jebb, attivista britannica e fondatrice dell’Organizzazione non governativa Save the Children.

Eglantyne Jebb divenne dama della Croce Rossa prestandovi servizio durante la Prima guerra mondiale e rimanendo colpita dalle sofferenze patite dai bambini, ritenne necessario affermare alcuni diritti fondamentali dei fanciulli.

Eglantyne Jebb

 

A Londra il 19 maggio 1919 Eglantyne Jebb con la sorella Dorothy Frances fondarono l’organizzazione Save the Children Fund, con lo scopo di difendere e promuovere i diritti dei bambini.

La Dichiarazione dei diritti dell’infanzia era prevalentemente assistenziale, tuttavia indicava il bambino come essere umano, al quale si dovevano riconoscere i suoi diritti.

Il testo preparato da Eglantyne Jebb con il nome di Dichiarazione di Ginevra, fu adottato dall’Assemblea delle Nazioni nel settembre 1924 e rappresentava il primo documento internazionale sui diritti del bambino.

I principi del documento, per quanto vaghi, furono ripresi dai successivi atti in materia, come la Carta dell’infanzia stilata a Londra nel 1942 dalla Lega Internazionale per l’Educazione Nuova (LIEN – Ligue internazionale pour l’education nouvelle).

La Lega Internazionale per l’Educazione Nuova è un movimento nato a Calais, in Francia, il 6 agosto 1921.

Il documento proclamava la sacralità della persona umana, abbracciando sia l’assistenza che le necessità del bambino, come la formazione religiosa e il diritto all’istruzione.

Nel 1948 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, tuttavia la condizione dei bambini non riceveva risposte esaurienti, poiché l’infanzia ha peculiarità diverse da quelle degli adulti.

Dichiarazione dei Diritti del fanciullo

La Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo venne adottata all’unanimità dall’Assemblea Generale dell’ONU il 20 novembre 1959 e si articola in 10 principi preceduti da un preambolo.

Nel preambolo si afferma la fede nei diritti fondamentali dell’uomo e nella dignità della persona umana.

Inoltre si indica che il fanciullo, causa immaturità fisica e intellettuale ha bisogno di particolare protezione e cure speciali, inclusa un’adeguata protezione giuridica sia prima che dopo la nascita.

Vediamo i 10 principi della Dichiarazione.

  1. il fanciullo deve godere di tutti i diritti senza alcuna discriminazione
  2. deve beneficiare di una speciale protezione in modo da crescere in maniera sana e normale
  3. ha diritto ad un nome e ad una nazionalità
  4. deve beneficiare della sicurezza sociale
  5. ha diritto ad una educazione e a cure speciali se si trova in una situazione di minoranza fisica, mentale o sociale
  6. deve crescere circondato di amore e di comprensione
  7. ha diritto ad una educazione elementare gratuita e obbligatoria
  8. in ogni circostanza deve essere tra i primi a ricevere protezione e soccorso
  9. deve essere protetto contro ogni forma di crudeltà e di sfruttamento
  10. deve essere protetto contro ogni forma di discriminazione razziale e religiosa

Qui puoi scaricare il PDF con la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo

Per la prima volta, precisamente nel 7° principio compare il diritto al gioco del bambino come manifestazione della sua personalità.

Quindi la Dichiarazione dei Diritti del fanciullo va oltre il diritto a salute, sicurezza sociale e istruzione, affermando che anche le esigenze di benessere psicologico e affettivo favoriscono lo sviluppo armonioso della personalità.

Inoltre ci sono due aspetti importanti:

  • l’importanza della famiglia, ritenuta preminente.
  • il superiore interesse del bambino in ogni situazione.

Nel 1959 la Dichiarazione dei Diritti del fanciullo per la prima volta indica che il bambino è titolare di diritti, riconoscendogli piena identità come persona.

Tuttavia la Dichiarazione dei Diritti del fanciullo non è vincolante per gli stati sottoscriventi poiché non ha valore giuridico, bensì si limita al risveglio delle coscienze.

La Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia

Dopo la Dichiarazione dei Diritti del fanciullo nel 1959, l’ONU pensa ad un testo più incisivo e vincolante, così il 20 novembre 1989 presenta la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia (Convention on the Rights of the Child).

La Convenzione viene adottata all’unanimità dall’Assemblea Generale dell’ONU, entrando in vigore nel settembre del 1990.

convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia

 

Nello stesso mese a New York si tenne il Vertice Mondiale per l’infanzia, dove alle 159 nazioni presenti venne chiesto di ratificare la Convenzione ed i 71 Capi di Stato assunsero il solenne impegno di dare massima priorità ai diritti dell’infanzia.

Non si trattava più di semplici dichiarazioni etiche, bensì di impegni precisi, poiché prevedeva un organismo di controllo che poteva porre un paese membro dell’ONU in stato di accusa per “lesa infanzia” o evidenziarne i ritardi rispetto agli impegni presi.

Quindi la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia afferma che i bambini non sono solo beneficiari di servizi e oggetti di protezione, bensì soggetti di diritto.

Per la prima volta viene dichiarato che i minori sono persone, i loro diritti appartengono a tutti senza distinzione di etnia, religione o razza ed i sistemi legislativi devono prendersene cura garantendogli sicurezza sociale e identità.

Un aspetto importante è la concezione di infanzia, poiché viene estesa fino ai 18 anni, quindi non include solo più i bambini bensì tutti i minori.

I genitori devono donare ai minori sicurezza, affetto, educazione e gioco anteponendo il loro benessere a ogni altra cosa e soprattutto devono essere protetti da trattamenti inumani, degradanti, da discriminazioni e sfruttamento.

Inoltre viene affermato il diritto ad un sano sviluppo sia fisico che psicologico, ogni minore deve avere un nome, una nazionalità, godere di protezione e assistenza da parte del proprio Stato di appartenenza.

Un altro aspetto importante è il diritto a educazione e cure particolari in caso di minori con handicap fisico o mentale.

La Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia si pronuncia anche in merito alla famiglia, infatti nel preambolo viene indicata come nucleo fondamentale della società, naturale ambiente per benessere e crescita dei suoi componenti, in particolare dei bambini.

Infatti la Convenzione obbliga gli Stati a rispettare la responsabilità primaria dei genitori verso i loro figli oltre a fornire sostegno.

Dopo l’ampio preambolo, la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia enuncia 54 articoli, 41 dei quali fanno esplicito riferimento ai diritti dei minori.

I restanti articoli si riferiscono a forme di controllo sull’attuazione dei diritti e ad eventuali proposte di modifica.

La Convenzione richiamando i documenti precedenti riconosce i seguenti diritti:

  • alla protezione contro ogni forma di discriminazione (art. 2)
  • a che l’interesse superiore del fanciullo sia soggetto di primaria considerazione (art. 3)
  • alla vita (art. 6)
  • ad un nome e ad una nazionalità (art. 7)
  • a conservare la propria identità (art. 8)
  • a mantenere relazioni personali e contatti diretti regolari con entrambi i genitori (art. 9)
  • a lasciare qualsiasi Paese e a fare ritorno nel proprio (art.11)
  • a esprimere liberamente la propria opinione (art. 12)
  • alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione (art. 14)
  • alla libertà di associazione e di riunione pacifica (art. 15)
  • alla privacy (art. 16)
  • alla protezione contro qualsiasi forma di violenza, di danno o brutalità fisica o mentale, abbandono o negligenza, maltrattamento, sfruttamento (art. 19)
  • all’ottenimento dello status di rifugiato (art. 22)
  • alla dignità, all’autonomia e alla partecipazione attiva alla vita di comunità del fanciullo fisicamente o psichicamente disabile (art. 23)
  • al godimento dei più alti livelli raggiungibili di salute fisica e mentale (art. 24)
  • a beneficiare della sicurezza sociale (art. 26)
  • ad un livello di vita sufficiente (art. 27)
  • ad avere un’educazione (art. 28)
  • nel caso di appartenenza ad una minoranza, a non essere privato della propria identità culturale e artistica (art. 31)
  • alla protezione contro lo sfruttamento economico (art. 32)
  • contro l’uso illecito di sostanze stupefacenti o di sostanze psicotrope e per prevenire l’impiego di bambini nella produzione illegale e nel traffico di tali sostanze (art. 33)
  • ad essere protetto contro ogni forma di sfruttamento sessuale e di violenza sessuale (art. 34)
  • a non essere sottoposto a tortura o a trattamenti o punizioni crudeli, inumane o degradanti (art. 37)
  • ad essere trattato in modo che risulti adeguato a promuovere il senso di dignità e il valore nel caso in cui sia riconosciuto colpevole di avere violato la legge penale (art. 40)

Cliccando qui puoi scaricare la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia in PDF

La Convenzione non è solo finalizzata alla protezione dei diritti dei minori, bensì anche alla loro promozione.

Infatti viene indicato che i bambini, esattamente come gli adulti, hanno diritto ad esprimere le proprie opinioni, tuttavia senza poter prendere decisioni in autonomia poiché ancora in età precoce.

La Convenzione internazionale sui Diritti dell’Infanzia evidenzia il rispetto per le capacità evolutive dei bambini, riconoscendone la gradualità correlata alla crescita, ovvero la loro dipendenza totale verso genitori e adulti fino alla loro indipendenza come individui maturi.

Nello stesso tempo viene riconosciuta la responsabilità degli adulti verso minori e bambini.

Per ciò che concerne il concepimento, nella Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia si è rimasti piuttosto vaghi, questo per non urtare le nazioni che legalizzano l’aborto.

Il diritto alla vita del concepito non viene evidenziato in modo esplicito, bensì nel preambolo si parla genericamente della necessità del bambino di avere protezione legale sia prima che dopo la nascita.

In qualsiasi caso la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia è un testo fondamentale, poiché concetti sacri come dignità e libertà vengono declinati nel contesto dei minori.

Ad oggi solo gli Stati Uniti d’America non hanno ratificato la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, a differenza degli altri 194 Stati membri.

L’Italia con la legge 27 maggio 1991 n. 176 ha ratificato la Convenzione oltre che renderla esecutiva.

Uno degli effetti più importanti della ratifica è la creazione del Centro di documentazione di analisi per l’infanzia e l’adolescenza, con sede a Firenze, il cui compito è individuare ed elaborare informazioni sulla condizione di vita dei minori residenti in Italia.

Inoltre è importante anche la legge 285 del 27 agosto 1997 ovvero Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza, grazie alla quale si finanziano progetti territoriali con l’obiettivo di garantire a tutti i minori migliori opportunità di crescita e sviluppo.

Infine si impegna a prevenire violenze e abusi, favorire l’integrazione di disabili, stranieri, sostenere i bambini ospedalizzati e minori con genitori detenuti o sieropositivi.

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