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Maria Montessori: storia, metodo educativo e riconoscimenti

Maria Montessori è stata medico, neuropsichiatra infantile, pedagogista ed educatrice e il suo metodo viene adottato in decine di migliaia di scuole dell’infanzia, elementari, medie e superiori in diverse parti del mondo.

Tra le diverse onorificenze e riconoscimenti dedicati a Maria Montessori figurano tre candidature al Premio Nobel per la Pace, quattro francobolli emessi da Poste Italiane, India, Pakistan e Sri Lanka, una banconota da 1.000 lire che ebbe corso fino all’adozione dell’euro.

Come vediamo a breve Maria Montessori, attraverso una nuova visione sia dei bambini che dell’educazione ha donato un incredibile contributo al mondo dell’insegnamento e della scuola.

Storia di Maria Montessori

Maria Montessori nacque il 31 agosto 1870 a Chiaravalle (AN), dal padre Alessandro, nativo di Ferrara e dalla madre Renilde Stoppani, originaria di Monte San Vito, sempre in provincia di Ancona.

maria montessori

La sua casa natale oltre a ospitare un museo e una biblioteca è sede di un centro studi che organizza convegni dedicati al pensiero e all’opera della Montessori, ai quali partecipano studiosi di tutto il mondo.

Il padre Alessandro lavorò come impiegato presso le saline di Comacchio, in provincia di Ferrara, poi negli anni ’70 dell’Ottocento si trasferì a Chiaravalle dove conobbe Renilde.

Renilde, figlia di piccoli proprietari terrieri era la nipote di Antonio Stoppani, l’autore del libro Il Bel Paese. Conversazioni sulle bellezze naturali la geologia e la geografia fisica d’Italia, pubblicato nel 1876.

Da giovane Maria Montessori ebbe come punti di riferimento il nonno Antonio e la madre Renilde, quest’ultima sostenne sia le sue idee innovative che le sue scelte di vita, anche se in contrasto con i dettami dell’epoca.

Nel 1873 il padre Alessandro si trasferì a Firenze per circa due anni, per poi spostarsi a Roma dove Maria Montessori frequentò la suola preparatoria di Rio Ponte.

Nel 1884 venne aperta la “regia Scuola tecnica”, una scuola governativa femminile che rientrava nella politica scolastica post unitaria e Maria Montessori fu tra le prima dieci alunne diplomandosi con 137/160.

Fin dai primi anni di studi Maria Montessori dimostrò forte interesse per le materie scientifiche, specialmente biologia, infatti volle iscriversi alla facoltà di medicina.

Tuttavia non avendo la maturità classica dovette frequentare prima la facoltà di scienze e, dopo due anni si trasferì a quella di medicina presso l’Università La Sapienza di Roma.

Trovò il sostegno sia del medico e ministro dell’istruzione Guido Baccelli che di Papa Leone XIII, il quale dichiarò che tra tutte le professioni, quella più adatta per una donna è proprio quella di medico.

All’epoca la comunità scientifica era composta prevalentemente da uomini, quindi la Montessori dovette seguire norme molto rigide, come praticare anatomia di notte, poiché non era ragionevole che una donna agisse su un cadavere nudo in presenza di altri uomini.

Per ciò che concerne la sua formazione e il suo futuro impegno sociale a favore dei bambini poveri, le lezioni del medico chirurgo Angelo Celli furono importantissime.

Infatti il Dott. Celli sosteneva che tubercolosi e malaria fossero espressioni di marginalità sociale, quindi debellabili con l’impegno dello Stato.

maria montessori

Maria Montessori frequentò anche le lezioni di antropologia del messinese Giuseppe Sergi, poi il 18 luglio 1896 discusse la sua tesi a carattere sperimentale di quasi cento pagine, diventando la terza donna italiana a laurearsi in medicina.

Specializzata in neuropsichiatria, si dedicò con passione alla ricerca in laboratorio seguendo anche corsi di microscopia, batteriologia e ingegneria sperimentale.

Inoltre studiò ginecologia presso l’ospedale San Giovanni, pediatria al pediatrico Bambino Gesù e le malattie degli uomini all’ospedale Santo Spirito, tutte strutture di Roma.

Poi si orientò sempre più verso ricerche sperimentali in laboratorio, oltre all’osservazione nelle sale del manicomio dell’ospedale di Santa Maria della Pietà di Monte Mario, a Roma.

In seguito ottenne la prima nomina di assistente presso la clinica psichiatrica dell’Università di Roma in collaborazione con lo psicologo e psichiatra Giuseppe Ferruccio Maria Montesano, dedicandosi al recupero dei bambini con problemi psichici e che, all’epoca erano definiti anormali.

L’attività in clinica le permise di entrare in contatto con ambienti scientifici di Francia e Regno Unito, facendole nascere l’interesse per la letteratura scientifica di primo Ottocento sui casi dei ragazzi selvaggi.

Ovvero bambini e ragazzi cresciuti per un certo periodo di tempo isolati da altri esseri umani e dei relativi metodi rieducativi del medico, pedagogista ed educatore francese Jean Marc Gaspard Itard (1765-1835).

Maria Montessori fu attratta dal lavoro di Itard e del suo collaboratore Édouard Séguin (1812-1880), anch’esso medico francese, per reinserire nella comunità i bambini ritenuti anormali grazie a un adeguato percorso di rieducazione.

Partecipando a diversi convegni pedagogici europei Maria Montessori entrò in contatto con la scuola dei due medici francesi, apprese i metodi sperimentali di rieducazione dei minorati mentali e presentò le sue prime ricerche al congresso pedagogico di Torino del 1898.

In seguito divenne direttrice della scuola magistrale di neuropsichiatria di Roma e, seguendo il suo interesse per l’educazione si laureò anche in filosofia.

Grazie ai suoi successi scientifici ricevette diversi riconoscimenti e borse di studio, inoltre partecipò ad una ricerca scientifica insieme allo psicologo e psichiatra Giuseppe Ferruccio Montesano, a cui si legò sentimentalmente.

Il Dott. Montesano, nato a Potenza il 14 ottobre 1868 è considerato uno dei fondatori della psicologia e neuropsichiatria infantile italiana.

giuseppe ferruccio montesano

foto di Giuseppe Ferruccio Montesano – licensed under CC BY-SA 3.0

Maria Montessori ebbe un figlio dalla relazione con Montesano, che tuttavia partorì di nascosto affidandolo alle cure di Vittoria Pasquali, di Vicovaro (Roma), e che successivamente fece iscrivere in un collegio.

Dopo la morte della madre Maria Montessori poté riprendere suo figlio, all’epoca quattordicenne, dicendo che era suo nipote e rivelando la verità solo nel suo testamento.

In seguito apprese che Giuseppe Ferruccio Montesano avrebbe sposato un’altra donna e questo, insieme alla rinuncia del figlio portò un radicale cambiamento nella sua vita, scegliendo di vestirsi solo di nero in segno di lutto eterno.

Nel 1899 aderì alla Società Teosofica, un’organizzazione internazionale fondata nel 1875 a New York e dedita allo studio e divulgazione della teosofia, letteralmente sapienza divina.

Nel 1903 la Montessori fu nominata Medico Assistente di II Classe nei Ruoli del Personale Direttivo della Croce Rossa Italiana, poi l’anno successivo conseguì la libera docenza in antropologia e iniziò ad occuparsi dell’organizzazione educativa degli asili infantili.

Nel 1907 i baroni Leopoldo e Alice Franchetti contribuirono all’apertura della prima Casa dei Bambini a Roma e, nello stesso periodo scrisse la prima edizione del suo Metodo.

La prima Casa dei Bambini

Nel 1906 l’Istituto Romano Beni Stabili, una società italiana nel settore immobiliare diretta da Edoardo Talamo, senatore del Regno d’Italia dal 1913 al 1916, decise di costruire 58 nuovi palazzi nel quartiere romano di San Lorenzo.

Inoltre fu decisa la realizzazione di diversi asili come parte dell’opera di riqualificazione dell’area, nella quale vivevano sia disoccupati che persone con lavori saltuari.

Maria Montessori, per la prima volta poté adottare i metodi educativi implementati per i bambini affetti da ritardo mentale, anche su bambini non disabili.

Infatti la Montessori aveva compreso che quei metodi erano più razionali rispetto a quelli in suo nelle scuole tradizionali, per i bambini definiti normali.

Secondo alcuni il nome “Casa dei Bambini” le fu suggerito dalla giornalista romana Olga Ossani, con la quale fu delegata per l’Italia al Congresso internazionale delle Donne, tenutosi a Londra nel 1899.

L’arredamento della Casa dei Bambini fu progettato in base alle possibilità dei piccoli, che potevano interagire in modo creativo, concentrato e quindi volenteroso, esprimendosi in maniera originale e apprendendo i diversi aspetti della vita comunitaria.

L’insegnante attendeva che i bambini si concentrassero su un determinato materiale, osservando i comportamenti individuali e favorendone lo sviluppo sia secondo i ritmi naturali che in base alla personalità di ogni bambino.

La Case dei Bambini di Maria Montessori ebbero successo anche all’estero e la prima nazione a sperimentarne l’efficacia fu la Svizzera.

Nello stesso periodo la Montessori tenne il primo corso dedicato alle maestre e in seguito, la baronessa Franchetti inaugurò una Casa dei Bambini presso Villa Montesca, a Città di Castello (PG).

Nel 1909, grazie all’intermediazione di Alice Franchetti, Maria Montessori conobbe la nobildonna statunitense Romeyne Robert Ranieri di Sorbello che, nell’estate dello stesso adottò il metodo Montessoriano a Villa Montesca per i suoi tre figli, Ludovico, Gian Antonio e Uguccione.

metodo maria montessori

Tra l’estate e l’autunno dello stesso anno il metodo Montessori fu applicato nella scuola elementare rurale del Pischello, in Umbria, fondata dalla Sorbello anche per sopperire alle gravi arretratezze culturali dell’infanzia locale.

Nel 1913 Maria Montessori arrivò negli Stati Uniti d’America, il quotidiano New York Tribune la presentò come la donna più interessante d’Europa e il suo metodo riscosse un certo interesse.

Una piccola nota: nel 1960 l’educatrice Nancy McCormick Rambusch fondò la Società Montessori Americana.

In Italia, dopo il successo della Casa dei Bimbi di Roma nacque il movimento montessoriano, che nel 1924 diede origine alla “Scuola magistrale Montessori”.

Impegno per l’emancipazione femminile

Nel 1896 Maria Montessori partecipò al Congresso Femminile di Berlino, in qualità di rappresentante dell’Italia, tenendo anche un intervento sulla parità salariale tra uomini e donne.

Nell’occasione le donne operarie di Chiaravalle, suo paese natale, raccolsero una somma per contribuire alle spese di viaggio.

chiaravalle

Nel 1906, sul settimanale cattolico La Vita Maria Montessori scrisse un appello alle donne italiane per iscriversi nelle liste elettorali politiche, poiché nessuna legge vietava espressamente il suffragio femminile, bensì erano le convenzioni sociali a ritenerlo impossibile.

Diverse donne risposero all’appello, specialmente infermiere, ostetriche e insegnanti, presentando richiesta presso le corti di appello delle rispettive città.

Quasi tutte le sentenze furono sfavorevoli tranne che ad Ancona, dove dieci maestre ottennero la tessera elettorale, creando così un importante precedente che, di fatto anticipò di 40 anni la conquista del diritto di voto delle donne.

Il ventennio fascista

Nel 1914 Maria Montessori si trasferì in Spagna, poi nel 1924 rientrò in Italia e si iscrisse al partito Fascista, ottenendo anche il plauso del Duce.

La collocazione politica di Maria Montessori è stata spesso strumentalizzata, da ambo le fazioni.

Da sinistra l’attaccarono sia per le scuole private aperte a suo nome che per le sue amicizie altolocate, da destra per l’importanza che dava alla ricerca scientifica e ai criteri di uguaglianza, che andavano oltre la suddivisione di classi ed i giudizi elitari.

In realtà Maria Montessori accettò l’appoggio di Mussolini poiché interessata a risolvere l’analfabetismo attraverso le Case dei Bambini, infatti come vediamo a breve, a causa dei contrasti con il regime fascista dovette abbandonare l’Italia.

Nel 1924 la Società degli amici del metodo, nata qualche anno prima fu trasformata in Ente morale con il nome di Opera Nazionale Montessori, con sede a Milano e Napoli e con Benito Mussolini come presidente Onorario.

Tuttavia le scuole montessoriane non furono volute direttamene da Mussolini, poiché se da un lato erano fonte di prestigio internazionale dall’altro erano un fastidio, poiché il Duce non ne aveva il controllo totale.

Infatti il pedagogista catanese Giuseppe Lombardo Radice, all’epoca direttore generale per il settore educativo, se prima si dimostrò favorevole al metodo di Maria Montessori, in seguito le mosse critiche pesanti.

La Montessori fu accusata di aver rubato le idee alle sorelle Carolina e Rosa Agazzi, due pedagogiste ed educatrici sperimentali, sostenendo che erano le uniche ad aver elaborato un metodo veramente italiano.

In seguito fu definita affarista, camuffatrice e abile ammaliatrice, così i rapporti con il fascismo iniziarono a deteriorarsi.

Nel 1926 Maria Montessori organizzò a Milano il primo corso di formazione nazionale, dove in sei mesi preparò 180 insegnanti e il cui presidente onorario fu Benito Mussolini, il quale donò all’Opera 10.000 lire dal suo fondo personale.

Nel 1931 ci fu la definitiva rottura con il fascismo, poi nel 1934 arrivò l’ordine di chiudere tutte le scuole montessoriane, sia per bambini che adulti, a parte due o tre classi che operavano in semiclandestinità.

Lo stesso anno anche Hitler ordinò la chiusura delle Scuole Montessori, comprese le scuole Waldorf basate su un approccio educativo sviluppato su indicazioni del teosofo austriaco Rudolf Steiner.

Nel 1936 il ministro dell’educazione Nazionale Cesare Maria De Vecchi ordinò la chiusura della Regia scuola triennale del Metodo Montessori che, dal 1928 preparava i maestri.

Nel 1936 Maria Montessori e il figlio Mario si dimisero dall’Opera Nazionale, chiusa definitivamente lo stesso anno e, a causa degli ormai insanabili contrasti con il regime fascista, abbandonarono l’Italia l’anno seguente.

Nel 1939 la Montessori arrivò in India per tenere un corso di formazione e poco dopo Hitler invase la Polonia dando inizio alla seconda guerra mondiale.

Essendo l’Italia un paese belligerante nemico, la nazionalità di Maria Montessori fu la causa del suo soggiorno forzato in India, durante il quale oltre a tenere diversi corsi di formazione conobbe Gandhi, Krishnamurti, Tagore e Nehru.

George Arundale

Maria Montessori, il figlio Mario e il teosofo George Arundale con la moglie Rukmini Devi, in India – licensed under CC BY-SA 4.0

Maria Montessori venne rilasciata nel 1944, tornò in Europa nel 1946 e l’anno successivo, rientrata in Italia iniziò a ricostruire l’Opera Nazionale con gli stessi compiti previsti dallo statuto del 1924.

L’Opera riprese a valorizzare i principi del metodo, anche grazie all’impulso di Salvatore Valitutti, collaboratore del Ministro della Pubblica Istruzione Guido Gonella e di Maria De Unterrichter Jervolino, pedagogista e politica della Democrazia Cristiana.

Poi Maria Montessori si trasferì temporaneamente nella città olandese di Noordwijk, presso amici, dove nel 1951 ricevette una richiesta dal Ghana per riorganizzare l’ordinamento scolastico, poiché il primo gennaio di quell’anno la nazione africana promulgò la nuova costituzione.

Maria Montessori era incerta se accettare, dissuasa soprattutto dal figlio, poiché all’epoca il contesto politico e sociale del Ghana era tutto meno che tranquillo.

Maria Montessori spirò il 6 maggio 1952, nella cittadina olandese di Noordwijk.

Sulla sua tomba, si può leggere in lingua italiana “Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo”.

lapide maria montessori

lapide di Maria Montessori a Noordwijk, Olanda – licensed under CC BY-SA 3.0

Breve accenno al Metodo Montessori

Maria Montessori sviluppò il suo pensiero pedagogico partendo da una critica costruttiva della psicologia scientifica, una corrente di pensiero affermatasi nei primi anni del Novecento.

Secondo la psicologia scientifica per creare una scuola nuova e efficiente erano sufficienti un’osservazione pura e semplice e una misurazione scientifica.

Il pensiero pedagogico montessoriano parte sempre dalla pedagogica scientifica, tuttavia l’oggetto dell’osservazione non è il bambino in sé, bensì la scoperta della sua autenticità e spontaneità.

La critica della Montessori alla scuola tradizionale infantile sta nel fatto che è pensata a misura di adulto, quindi il bambino non trovandosi a suo agio non ha le condizioni per agire in maniera spontanea.

Il Metodo Montessori nacque dallo studio dei bambini con problemi psichici, per poi espandersi allo studio dell’educazione di tutti i bambini, avendo effetti stimolanti anche sui piccoli non disabili.

Il pensiero della Montessori rappresenta un forte cambio di paradigma, poiché identifica il “bambino come essere completo, capace di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali”, qualità che spesso l’adulto ha compresso dentro di sé, rendendole inattive.

Il principio fondamentale è la libertà dell’allievo, poiché grazie ad essa possiamo favorire la creatività dei bambini, già presente nella loro natura.

Poi dalla libertà può emergere la disciplina.

Infatti secondo Maria Montessori la disciplina deriva dal lavoro libero, nasce quando nel bambino emerge l’interesse autentico, ovvero lavora assecondando sia il suo istinto che i suoi talenti, creando uno stato di raccoglimento assoluto.

Poi l’insegnante mantiene questo stato attraverso l’educazione al movimento, poiché quando il bambino si muove seguendo uno scopo connesso alla sua attività psichica sa anche dirigere la sua volontà e, solo allora sarà disciplinato.

Infatti nelle Case dei Bambini i piccoli entrano in un ambiente creato a loro misura, scelgono le attività seguendo istinto e talenti, risvegliano interesse e concentrazione facendo emergere la volontà necessaria alla disciplina, che poi si sviluppa e rinforza attraverso esercizi metodici.

scuola montessoriana

Ambiente di classe Montessori – CC BY-SA 4.0

Invece secondo Maria Montessori, quando l’adulto richiede obbedienza e disciplina ai bambini dimentica la loro volontà, offrendo modelli di imitare (guarda come faccio io) o comandi da eseguire (stai zitto, sta fermo).

Come può un bambino scegliere di obbedire se non ha ancora sviluppato la volontà?

La disciplina deve essere un’evoluzione della libertà, altrimenti parliamo imposizione fine a sé stessa.

Il periodo infantile dispone di un’enorme e potente creatività, permette al bambino di assorbire le caratteristiche dell’ambiente circostante in modo naturale e spontaneo, senza dover compiere alcun sforzo cognitivo.

Inoltre i bambini possono imparare a prendersi cura di sé stessi, quindi vanno anche incoraggiati a prendere decisioni autonome.

Maria Montessori è stata una pioniera dell’educazione e dell’assistenza all’infanzia, poiché più di cento anni fa ci ha offerto un eccezionale cambio di paradigma nel campo dell’educazione e dell’infanzia.

Inoltre anche grazie al suo pensiero, i bambini disabili che all’epoca erano definiti subnormali iniziarono a essere trattati con rispetto, come meritano.

Riconoscimenti

Maria Montessori è stata candidata tre volte al Premio Nobel per la pace, precisamente nel 1949, 1950 e 1951.

Nel 1970, per il centenario della sua nascita, India e Pakistan le dedicarono un francobollo, mentre nel 1990 le fu dedicata una banconota da 1.000 lire che ebbe corso fino all’adozione dell’euro.

banconota maria montessori

foto di Facquis – licensed under CC BY-SA 4.0

Nel 1994 la compagnia aerea olandese KLM le intitolò il McDonnell Douglas MD-11, un aereo di linea trimotore utilizzato su rotte di lungo raggio.

Nel 2000 anche lo Sri Lanka le dedicò un francobollo, su cui è riportata la sua frase: all’interno del bambino c’è l’uomo che diverrà (within the child is the man he will become).

Nel 2007 a Roma, in occasione del centenario della prima Casa dei Bambini fu organizzata una conferenza internazionale, mentre il Regno unito allestì un congresso nazionale a Londra.

Per il centenario le poste italiane emisero un francobollo con un ritratto di Maria Montessori e le immagini degli scolari montessoriani del 1907 e 2007.

Nel 2020 la rivista statunitense Time ha inserito Maria Montessori tra le 100 donne più importanti e influenti del Novecento.

Scuole Montessori

Le scuole Montessori nel mondo sono oltre 20.000 tra nidi, materne, elementari, medie e superiori.

In Europa sono oltre 2700, circa 4500 negli Stati Uniti d’America, 200 in India, 150 in Giappone, 65 circa in Canada e Nuova Zelanda più altre in paesi come Brasile, Egitto, Vietnam, Tanzania, Pakistan, Nigeria, Cina, Australia, Brasile, Sudafrica, Messico, Brunei, Costa Rica, Ecuador.

In Italia se ne contano circa 150, soprattutto materne, mentre le medie sono limitate rispetto al resto del mondo, anche se dai primi anni 2000 c’è una costante riscoperta del pensiero montessoriano, portando all’apertura di numerose scuole.

Probabilmente è dovuto anche alla riedizione di alcune opere fondamentali di Maria Montessori, ovvero La mente del bambino, La scoperta del bambino, Come educare il potenziale umano, Il segreto dell’infanzia, Educazione per un mondo nuovo, L’autoeducazione.

Nel maggio 2007 è uscito lo sceneggiato televisivo in due puntate Maria Montessori – Una vita per i bambini, diretto dal regista torinese Gianluca Maria Tavarelli e con l’attrice romana Paola Cortellesi che interpreta Maria Montessori.

Nel 2012 Rai Radio 3 ha mandato in onda in diverse puntate, la lettura di alcuni passi del saggio di Maria Montessori La scoperta del bambino, pubblicato per la prima volta nel 1950 che riassume origini e caratteristiche principali del metodo montessoriano.

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