Marie Curie, il cui nome completo è Maria Salomea Skłodowska è stata una fisica, matematica e chimica polacca naturalizzata francese che ha dato un fortissimo contributo alla scienza.
Marie Curie è stata anche la prima donna a vincere il premio Nobel nel 1903, nello specifico per la fisica insieme al marito Pierre e al fisico parigino Antoine Henri Becquerel, poi nel 1911 vinse anche quello per la chimica per la scoperta di polonio e radio.
Storia di Marie Curie
Marie Curie, ultima di 5 figli nacque a Varsavia nel 1967, dalla madre Bronisława Boguska e dal padre Władysław Skłodowski, scienziato ed educatore polacco da cui ereditò sia lo spirito patriottico che l’indole libera da qualsiasi condizionamento.
Marie Curie a 16 anni
All’età di 7 anni perse la sorella Zosia di tifo e 4 anni dopo la madre di tubercolosi, questo doppio lutto la segnò profondamente, determinando sia il suo allontanamento dalla fede che il carattere serio e schivo.
Marie Curie iniziò a studiare da autodidatta con il padre, dimostrando notevole intelligenza e curiosità, oltre a un’eccezionale memoria, poi proseguì gli studi a Varsavia diplomandosi al ginnasio con il massimo dei voti, ottenendo anche la medaglia d’oro.
L’anno successivo soggiornò in campagna da alcuni parenti insieme alla amata sorella Bronisława, di carattere espansivo ed esuberante.
Il rapporto con la sorella, basato su stima e fiducia reciproche aiutò Marie a sviluppare la sua visione delle donne, in cui vide sempre forza e coraggio.
Tornata a Varsavia aderì al progetto “Università Volante”, ovvero come scrisse in tarda età, quasi sotto il naso della polizia zarista dell’epoca portava conoscenza ai dipendenti di una sartoria, oltre a raccogliere una biblioteca per gli operai.
Infatti Marie Curie era fermamente convinta che non era possibile costruire un mondo migliore senza migliorare gli individui.
Le prime esperienze lavorative
Marie Curie e la sorella Bronisława volevano frequentare l’università, tuttavia nella Polonia dell’epoca, sotto il dominio russo, le donne non potevano accedere agli studi accademici, quindi l’unica possibilità era studiare all’estero.
Tuttavia le ristrettezze economiche della famiglia non lo permettevano, così le due sorelle strinsero un patto, ovvero Marie avrebbe lavorato per permettere a Bronisława di studiare medicina a Parigi.
Poi una volta laureata, sarebbe stata Bronisława ad aiutare Marie a studiare a Parigi.
Nel 1885, attraverso un’agenzia di collocamento Marie trovò lavoro come governante presso una famiglia di avvocati di Varsavia.
Poi dopo un anno le venne offerto un lavoro meglio retribuito presso la famiglia Zorawski che la Curie accettò, anche se distava tre ore di treno e 4 di slitta da Varsavia.
Prese servizio pressa la famiglia il 1° gennaio, poi per le feste di Natale tornò il figlio maggiore Casimiro che si invaghì di lei.
Anche se all’epoca non lo confidò a nessuno Marie era pronto a sposarlo, tuttavia i genitori di lui disapprovarono il matrimonio così Casimiro tornò a Varsavia, proseguendo i suoi studi di ingegneria agraria.
Marie invece fu costretta a restare per aiutare la sorella a Parigi, tuttavia senza riuscire a mandare giù l’offesa.
Dopo tre anni riuscì a lasciare la provincia per tornare a Varsavia presso una famiglia di ricchi industriali, riducendo parecchio le sue ambizioni come scrisse al fratello Jozef in una lettera, durante un momento di sconforto:
“adesso che ho perso la mia ambizione di diventare qualcuno, tutta la mia ambizione si è riversata su Bronia e su di te. Bisogna che almeno voi indirizziate la vostra vita secondo le vostre capacità. Bisogna che le capacità che senza alcun dubbio esistono nella nostra famiglia, non scompaiano, anzi, si facciano strada attraverso uno di noi. Più ho rimpianti per me, più ho speranze per voi”
Invece nel 1891 riuscì a trasferirsi a Parigi per proseguire gli studi, ospite della sorella e il 3 novembre dello stesso anno entrò alla Sorbona, storico edificio delle università parigine, francesizzando il suo cognome in Curie.
Nonostante il carattere schivo e modesto la Curie aveva una forte passione per la scienza, infatti superò gli esami nonostante le enormi difficoltà, sia linguistiche che economiche.
Inoltre all’epoca le studentesse della Sorbona erano pochissime, poco più del 2% e la percentuale che terminava gli studi era ancora più bassa.
Marie Curie terminò brillantemente gli studi in fisica nel 1893 con l’idea di tornare in Polonia per insegnare, invece restò a Parigi e in seguito, prese anche la seconda laurea in matematica.
L’anno successivo conobbe il suo futuro marito Pierre, fisico e matematico e, come lei stessa raccontò nonostante provenissero da nazioni molto diverse le loro affinità erano sorprendenti.
Pierre lavorava come istruttore di laboratorio alla Scuola di Fisica e chimica industriale e tra i due nacque una forte amicizia basata su studio, ricerca e aiuto reciproco.
Le stesse basi su cui, nel 1895 si fonderà il loro matrimonio e da cui ebbero due figlie, Irène ed Ève Denise.
Marie non rinunciò alla sua indipendenza nemmeno per l’uomo che amava, essendo sempre stata una donna emancipata per l’epoca, inoltre conservò anche il suo cognome facendosi chiamare Marie Curie Sklodowska.
Infatti la realizzazione che quasi tutte le donne dell’epoca cercavano nel matrimonio o nella maternità, per costrizione o compiacenza, Marie Curie la cercava in ciò che faceva.
Ricerche e scoperte di Marie Curie
Il fisico parigino Antoine Henri Becquerel scoprì la radioattività naturale che, riscuotendo enorme successo catalizzò l’attenzione dei ricercatori di tutto il mondo.
In particolare nel 1896 scoprì che i sali di uranio avevano la proprietà di annerire le lastre fotografiche anche se racchiuse in un involucro opaco alla luce.
Il fenomeno fu spiegato attribuendo all’uranio la capacità di emettere radiazioni simili ai raggi X, scoperti l’anno precedente dal fisico tedesco Wilhelm Conrad Röntgen e all’epoca chiamati raggi uranici, poiché il fenomeno era ancora sconosciuto.
Una piccola curiosità: la prima radiografia è stata eseguita sulla mano di Anna Berthe Röntgen, moglie del fisico tedesco, nella cui immagine è visibile anche l’anello indossato dalla donna.
Poi Marie Curie, con strumenti rudimentali iniziò a misurare la radiazione dell’uranio attraverso la piezoelettricità, ideata dal marito Pierre insieme al fratello Jacques.
I coniugi Curie scoprirono come alcuni campioni di pechblenda, un minerale e una delle principali fonti di uranio fossero più radioattivi dell’uranio puro, deducendo che dovevano contenere elementi ancora sconosciuti e non rilevati dalla normale analisi chimica.
Così iniziarono a esaminare tonnellate di pechblenda proveniente dalla città ceca di Joachimstal e stipate in un piccolo capannone in cui venne allestita un’officina.
Dopo aver esaminato tonnellate di pechblenda nel luglio 1898 isolarono una piccola quantità di polvere nera, con caratteristiche simili al tellurio e con una radioattività 330 volte maggiore dell’uranio.
L’elemento scoperto venne chiamato polonio, in onore alla patria di Marie Curie e il resoconto di tale lavoro, unito al successivo che portò alla scoperta del radio divenne la tesi del suo dottorato.
Pierre e Marie Curie
Una piccola nota: nel 1932, proprio grazie a una sorgente di polonio il fisico inglese James Chadwick scoprì una delle tre particelle che compongono l’atomo, ovvero il neutrone.
Il polonio, per le sue caratteristiche non permetteva l’estrazione su scala industriale e questo condusse la Curie, sempre nel 1898 alla scoperta del radio, chiamato così per la sua intensa radioattività.
Il radio è presente nella pechblenda solo in quantità infinitesimale, quindi per ottenerne alcuni milligrammi abbastanza puri da stabilirne il peso atomico occorre trattare tonnellate di pechblenda.
Così Marie Curie lavorò senza sosta nel suo laboratorio, ignara come il marito degli effetti nocivi delle radiazioni sull’organismo umano.
Marie operò attraverso il metodo della cristallizzazione frazionata, ideato da lei stessa, facendo attenzione che anche solo un granello di polvere o particella di carbonio non cadesse nei recipienti delle soluzioni purificate, altrimenti interi giorni di lavoro sarebbero andati persi.
Il 28 marzo 1902 Marie Curie annotò sul suo quaderno nero RA = 225,93, ovvero il peso di un atomo di radio, sigillando la fine di un’impresa senza precedenti nella storia della scienza.
All’epoca la sua scoperta attirò diversi ricercatori, nei salotti parigini non si parlava che del radio e l’Accademia francese delle scienze le aprì un credito di 20.000 franchi per proseguire le sue ricerche.
Il nome di Marie Curie fece il giro del mondo, soprattutto perché associato alla guarigione del cancro, infatti alcuni medici come il dott. Daulos iniziarono a trattare dei malati all’ospedale parigino Saint-Louis con provette che emettevano radio, prestate da Marie Curie.
Inoltre la Curie non depositò il brevetto internazionale per il processo di isolamento del radio, bensì lo lasciò libero permettendo alla comunità scientifica di fare ricerche senza ostacoli o cavilli, favorendo così il progresso scientifico.
Nel 1903 Marie Curie vinse il Premio Nobel per la fisica, insieme al marito Pierre e al fisico parigino Antoine Henri Becquerel, per i suoi studi sulle radiazioni.
Fondazione dell’Istituto Curie e secondo premio Nobel
Giovedì 19 aprile 1906 a Parigi, Pierre Curie stava attraversando a piedi rue Dauphine per raggiungere l’Accademia, quando venne travolto da una carrozza, morendo investito.
I funerali si svolsero il sabato mattina senza cerimonia nel cimitero di Sceaux, un comune francese a 40 km a sud di Parigi, dove è sepolta anche la madre di Pierre, alla presenza di Marie Curie, familiari e amici.
La Curie il 5 novembre dello stesso anno ottenne la cattedra di fisica generale alla Sorbona, precedentemente appartenuta al marito, divenendo la prima donna a insegnare alla Sorbona.
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Poi nel 1909 fondò a Parigi l’Institut du radium, oggi noto come Istituto Curie, uno dei maggiori centri di ricerca medica, biologica e fisica.
Oggi è una fondazione no-profit privata attiva con un centro di ricerca e un ospedale specializzato nel trattamento del cancro.
Nel 1911 Marie Curie intraprese una relazione con il fisico parigino Paul Langevin, tuttavia quando venne alla luce creò un forte scandalo, poiché lui era sposato e padre di 4 figli.
La loro relazione causò proteste pubbliche tali che, l’Accademia svedese che lo stesso anno doveva assegnare a Marie Curie il premio Nobel per la chimica ebbe dei ripensamenti.
Poi nonostante la stampa dell’epoca attaccasse costantemente la Curie, l’Accademia svedese le assegnò comunque il premio Nobel consigliandole però di non partecipare alla cerimonia.
Consiglio che ovviamente, Marie Curie rifiutò.
Prima guerra mondiale
Durante la prima guerra mondiale Marie Curie operò insieme alla figlia Irene, in qualità di radiologa nel trattamento dei soldati feriti, dotando un’automobile dell’apparecchiatura necessaria per fare indagini radiologiche in prossimità del fronte.
Inoltre partecipò alla formazione di infermieri e tecnici.
Terminata la guerra la Curie fu attiva nella Commissione Internazionale per la Cooperazione Intellettuale della Lega delle Nazioni, per migliorare le condizioni di lavoro degli scienziati.
Nel 1921 viaggiò negli Stati Uniti d’America raccogliendo i fondi necessari per continuare le ricerche sul radio e ovunque, fu accolta in modo trionfale.
Poi nel 1932 fondò a Varsavia un istituto analogo a quello parigino, anch’esso poi rinominato Istituto Curie.
Negli ultimi anni Marie Curie fu colpita da una grave forma di anemia plastica, quasi certamente a causa delle lunghe esposizioni alle radiazioni che all’epoca, se ne ignorava la pericolosità.
Marie Curie si spense il 4 luglio 1934 nel sanatorio Sancellemoz di Passy, in Alta Savoia.
Ancora oggi i suoi appunti di laboratorio sono conservati in apposite scatole di piombo, poiché considerati pericolosi a causa del loro contatto con sostanze radioattive, infatti chi vuole consultarli deve indossare apposite protezioni.
Anche la sua casa, dopo la morte di Marie Curie dovette essere decontaminata.
Premi e riconoscimenti
Marie Curie vinse il premio Nobel per la fisica nel 1903 insieme al marito Pierre e al fisico parigino Antoine Henri Becquerel, per i suoi studi sulle radiazioni.
Nel 1911 Marie Curie vinse il secondo premio Nobel per la chimica, per aver scoperto il polonio e il radio.
La Curie oltre ad essere la prima donna insignita di un premio Nobel è anche tra i cinque ad averne vinti due, ma la sola ad averli vinti in due campi distinti.
Ad oggi, solo il chimico statunitense Linus Pauling ha vinto il premio Nobel per la chimica nel 1954 e quello per la pace nel 1962.
Ai coniugi Curie è stato dedicato un asteroide, ovvero il 7000 Curie oltre a un materiale di uranio, la curite.
A Marie è stato dedicato anche il minerale sklodowskite, in onore al suo cognome originario e l’unità di misura della radioattività, ovvero il curie.
Due piccole curiosità.
La figlia maggiore di Marie Curie vinse il premio Nobel per la chimica nel 1935, la seconda genita Ève Denise, scrittrice, fu anche ambasciatrice dell’UNICEF in Grecia e consigliere speciale del Segretariato delle Nazioni Unite.