La qualità dello sviluppo del neonato è proporzionale alle relazioni che ha con mamma e papà.
I genitori, come vediamo a breve, hanno un ruolo chiave nello sviluppo del neonato, dove comunicazione e relazione sono fondamentali.
La qualità delle interazioni fra neonato e mamma e papà determina sia la qualità emotiva del neonato che i suoi modelli di vita da adulto, quindi la capacità di leggere i suoi segnali comunicativi è fondamentale.
I neonati sono eccezionali comunicatori ancora prima di aver completato l’acquisizione linguistica, poiché esprimono chiaramente necessità ed emozioni come stanchezza, fame, disagio, piacere, benessere.
Poi ovviamente hanno bisogno degli adulti per gestire le loro attività.
Nel primo anno di vita lo sviluppo del neonato, sia sociale che emotivo nasce dalle relazioni con le sue figure di riferimento, prima di tutto con mamma e papà.
Il neonato comunica attraverso voce, sguardo e contatto per ricevere protezione, benessere e conforto, permettendogli di superare i momenti di disagio, interiorizzando
Poi interiorizza senso di sicurezza e protezione in maniera proporzionale alla qualità interattiva che ha con mamma e papà rispetto ai bisogni che ha espresso.
Nei primi mesi di vita mamma a papà possono sostenere lo sviluppo affettivo del neonato privilegiando sia contatto fisico pelle a pelle che relazioni volte a favorire sensazioni di benessere e reciprocità.
Ad esempio sorridersi, guardarsi negli occhi, farsi le coccole, carezze e massaggi, cantare, parlare, ascoltare musica insieme al neonato o leggergli dei libri.
Già dal secondo semestre di vita il neonato utilizza le emozioni che mamma e papà esprimono attraverso muscoli facciali, posture, tono della voce, come riferimento per sé stesso.
In queste emozioni il neonato vi legge approvazione o disapprovazione, accettazione o rifiuto
In base a emozioni e comportamenti, ovvero come viene guardato, sentito e trattato da mamma e papà il neonato inizia a costruire sia la propria identità che il suo modo di relazionarsi al mondo, misura l’ambiente, cercando di capire se può stare tranquillo o se deve avere paura.
Verso la fine del primo anno di vita il neonato partecipa più attivamente agli scambi comunicativi, attraverso semplici gesti come indicare, tendere le mani per essere preso in braccio, ricevere un abbraccio o giocare a dare e prendere.
È in questa fase che il neonato inizia a consapevolizzare la differenza fra ambiente familiare e non, sviluppando senso di sicurezza strettamente correlato alla vicinanza fisica.
Nel secondo anno di vita inizia a sviluppare senso di competenza ed autonomia, affermando la propria assertività e volontà anche attraverso i primi no.
In questa fase il piccolo è guidato da una forte passione, vuole fare come i grandi, dimostrare a sé stesso ed a mamma e papà che può farcela da solo.
Infatti qui mamma e papà fungono anche da regolatori delle sue emozioni, aiutando il bambino a mantenere la calma, facendolo sentire accolto e compreso anche rispetto alle sue difficoltà.
Così il bambino inizia a interiorizzare le prime regole che, se coerenti e semplici gli permettono di conoscere i suoi limiti e di conseguenza farlo sentire più sicuro.
È in questa fase della vita che si costruisce il senso di fiducia nel bambino, poi mamma e papà possono sostenere il suo sviluppo emotivo dimostrandogli di avere fiducia nelle sue capacità.
Ovvero lasciandolo partecipare attivamente alle attività quotidiane come mangiare da solo, lavarsi mani e denti da solo, rimettere a posto giochi o oggetti.
E’ importante permettere al bambino di sbagliare.
Per acquisire sia regole che valori familiari, basilari per poi gestire impulsi e umore da adulti, il bambino necessita di ripetere le azioni quotidiane con il supporto dei genitori, poiché è un processo che si basa su prove ed errori.
Lo sviluppo affettivo del neonato avviene in maniera unica e diversa, perché ognuno di noi è unico, quindi diverso da tutti gli altri.
Ogni bambino possiede specifiche caratteristiche che influenzano il suo modo di vivere e sperimentare il mondo.
Mamma e papà hanno un ruolo chiave, poiché attraverso empatia, ascolto, comprensione ed esempio, creano un processo di educazione emotiva che trasferisce al bambino valori, regole e competenze.
Così grazie alle esperienze relazionali il bambino interiorizza valori e regole, equilibrando i suoi stati affettivi sviluppando senso di sicurezza e fiducia in sé stesso, basilare per affrontare la vita sia da adolescente che adulto.
Non è facile essere genitori e non lo sarà mai.
Forse anche per questo che essere genitori è uno dei viaggi più belli della vita.
Mamma e papà per il bambino sono come degli dei, poiché in essi il piccolo ripone la sua fede, senza riserve.
Non a caso, per ogni bambino la sua mamma e la più bella del mondo, il suo papà è il più forte del mondo.
In questa unione di intenti sacra che è la famiglia, mamma e papà guidano il bambino alla scoperta sia di sé stesso che del mondo, attraverso l’esempio, il riconoscimento emotivo e l’amore.
La capacità emotiva di mamma e papà è quindi basilare.
Non si tratta di essere bravi o meno, solo di esercitarla perché la capacità emotiva è già radicata nella nostra biologia.
Le esperienze della prima infanzia sono fondamentali per lo sviluppo del neonato, delle sue abilità ed emozioni, prime fra tutte il fidarsi sia di sé stesso che degli altri.