Vediamo insieme come aiutare i bambini a sviluppare l’autostima.
Possiamo definire l’autostima come il valore che ogni individuo attribuisce a sé stesso, anche attraverso interazioni e relazioni con persone a lui significative.
Nei bambini l’autostima si costruisce fin dai primi anni di vita ed è in costante evoluzione o involuzione.
I bambini che attraverso emozioni ed esperienze sentono di non essere degni d’amore, hanno bassa autostima.
I bambini che invece attraverso emozioni ed esperienze sentono di essere degni d’amore, hanno alta autostima.
Nei piccoli l’autostima non è pre-esistente, poiché si costruisce attraverso esperienze e relazioni con persone per loro significative e influenti.
L’ambiente familiare e poi quello scolastico donano al bambino un’idea di sé stesso, che è direttamente proporzionale a ciò che ricevono.
Se mamma e papà dimostrano affetto e amore al bambino a prescindere da comportamenti e aspettative genitoriali, allora alimentano la sua autostima.
Non significa permettere qualsiasi cosa, bensì vietare comportamenti sbagliati senza dare giudizio al bambino stesso.
Questa distinzione permette al bambino di comprendere che, anche se i suoi comportamenti possono essere sbagliati, non significa che sia sbagliato anche lui.
Inoltre permette al bambino di accrescere la sua autostima senza venire schiacciato da giudizi personali, aspetto essenziale quando dovrà confrontarsi con realtà diverse da quella familiare, dove la fiducia in sé stesso viene messa a dura prova.
Ad esempio, l’ingresso nel mondo scolastico è un momento cruciale, poiché per la prima volta il bambino sarà solo di fronte alle maestre, figure diverse da mamma e papà.
Con queste figure stabilirà delle relazioni, a volte intense, che comunque implicano regole diverse da quelle familiari, quindi anche una diversa capacità di gestire i rapporti.
Inoltre con i propri coetanei avrà rapporti di amicizia, collaborazione, competizione, scontro.
Nel contesto scolastico una delle prove più ardue per l’autostima dei bambini è il voto, poiché tendono a identificarsi in esso
Infatti il loro grado di autostima è influenzato dalla capacità di raggiungere un risultato, che a livello scolastico viene espresso dal voto.
Qui è importante che gli insegnanti scindano il voto scolastico dal valore personale, altrimenti un bambino che prende 4 potrebbe sentire di valere 4, credendo di essere quel voto.
Questo accade spesso in bambini che tendono alla perfezione, perché è nella loro indole o perché l’ambiente familiare educa alla perfezione o alla vittoria ad ogni costo.
Viviamo in una società che associa il valore individuale al risultato o peggio, a ciò che si possiede e questo per i bambini può essere deleterio.
Se insegniamo ai bambini che i voti sono valori sia scolastici che personali, allora gli stiamo comunicando che il loro valore personale è una conseguenza di giudizi esterni.
Così il bambino oltre a privarsi del proprio potere personale rischia di delegare agli altri sia responsabilità che meriti.
Invece se insegniamo al piccolo che il voto scolastico non è un rivolto a lui come individuo, allora scindiamo il risultato dal valore individuale.
Così il bambino comprende che un voto scadente non indica che sia anch’egli scadente, bensì che può impegnarsi di più per raggiungere il risultato, insegnandoli che il suo potere personale non dipende da giudizi esterni, bensì dalle sue risorse interiori.
Vediamo come riconoscere la bassa autostima nei bambini e come aiutarli a svilupparla
Come detto all’inizio, i bambini che attraverso emozioni ed esperienze sentono di non essere degni d’amore, hanno bassa autostima.
Parliamo di mancanza di affetto, trascuratezza, genitori poco presenti o troppo rigidi, esperienze vissute in maniera distorta come gelosie verso fratelli o sorelle, eccessiva competizione familiare.
Tutto ciò porta il bambino a credere di essere sbagliato, di non meritare amore e affetto, crede di essere la causa del malessere dei genitori, degli altri membri familiari, la causa di ciò che accade intorno a lui la cerca dentro sé stesso.
Questo si traduce in senso di colpa e il piccolo crea un’immagine negativa di sé stesso.
Buona parte dell’infanzia è caratterizzata dal pensiero definito “egocentrico”, ovvero il bambino vede gli eventi che lo circondano come se fosse lui a determinarne la qualità, poiché non riesce a differenziare il proprio pensiero da quello altrui.
È una fase normale dello sviluppo, in cui il bambino utilizza le informazioni in suo possesso, anche se incomplete e frammentate, e gli dà un significato interiorizzandole attorno al proprio sé e questo gioca sia a suo vantaggio che svantaggio.
Come si manifesta la bassa autostima nei bambini
Il bambino può manifestare bassa autostima avendo poca voglia di mettersi in gioco, quindi ha paura di provare, si chiude, tende ad avere la voce bassa, ha eccessiva e/o costante paura di sbagliare.
La bassa autostima può anche manifestarsi in modo psicosomatico, sfociando in diversi disturbi.
Atteggiamento passivo
C’è l’atteggiamento passivo, il bambino ha sia difficoltà a prendere decisioni che a dire la sua opinione, quindi tende a subire dagli altri.
Pensa che gli altri siano migliori di lui, ne richiede l’approvazione anche per paura del giudizio e cosa peggiore, non riesce a dire di no alle richieste.
Atteggiamento aggressivo
Il bambino tende a non rispettare gli altri, essendo convinto di non sbagliare attribuisce agli altri i propri errori, si iper-valuta e quindi non accetta opinioni e punti di vista altrui.
Questo lo porta a non cambiare opinione anche di fronte all’evidenza, colpevolizza gli altri facendoli anche sentire inferiori dando giudizi sprezzanti.
Questo è uno dei tipici comportamenti associati al bullismo.
La bassa autostima spesso si autoalimenta portando a ciò che si definisce “impotenza appresa”, ovvero il bambino svaluta sia sé stesso che le proprie risorse personali.
Di conseguenza crea aspettative negative sia rispetto al presente che al futuro, generando ansia da prestazione, paura e scarsa motivazione.
È come se il piccolo ripetesse a sé stesso: non ce la faccio, non sono capace, non ce la farò mai, fallirò.
Qui il fallimento è quasi matematico, alimentando la convinzione di non essere capace e rendendo la bassa autostima, cronica.
Invece il bambino sviluppa la sua autostima in base alle esperienze positive che sperimenta di giorno in giorno.
Qui guida e supporto di mamma e papà sono fondamentali.
I bambini hanno bisogno di ricevere amore e incoraggiamento da mamma e papà, poiché è il metro di misura con il quale valutano sé stessi.
Non c’è nulla che dia più forza al bambino dell’apprezzamento di mamma e papà, lo nutre sia nel cuore che nella mente, gli dà forza, coraggio.
Quante volte i bambini chiedono l’attenzione dei genitori per fargli vedere come fanno la ruota o come calciano il pallone?
Per noi adulti possono sembrare aspetti banali, per i bambini no, sono aspetti essenziali per comprendere l’apprezzamento dei genitori, poiché ripetiamo, dalla risposta che ricevono poi valutano sé stessi.
Ecco perché è fondamentale aiutare i bambini a riconoscere sia le loro abilità che i loro limiti, concentrandosi sui loro successi che ripetiamo, per quanto a noi adulti sembrino banali per i bambini sono obiettivi importantissimi.
Così permettiamo ai bambini di sviluppare potere personale e responsabilità, stimoliamo l’espressione emotiva aiutandoli anche a controllare le emozioni negative, così quando sbagliano non si sentono sbagliati anche come individui.
Ci sono diversi aspetti che possono aiutare i bambini a sviluppare l’autostima.
Successi
Quando i bambini riescono in qualcosa è importante che mamma e papà esprimano il loro apprezzamento.
Non significa dirgli che è il migliore del mondo o che è il migliore di tutta la scuola, perché così stimoliamo la megalomania e non l’autostima.
Si tratta di dimostrare al bambino che riconosciamo il suo successo, quindi anche il suo talento e merito.
Soddisfazione
Quando un bambino riesce a fare qualcosa prova soddisfazione, ovvero ha realizzato qualcosa attraverso i suoi talenti.
Agli occhi di un adulto i talenti dei bambini possono sembrare poca cosa, invece sono importantissimi perché gli permettono di scoprire sia sé stessi che riconoscere e utilizzare i loro talenti quando saranno adulti.
Ora, ognuno di noi ha dei talenti, prima emergono meglio è.
Se critichiamo eccessivamente il bambino, anche in buona fede come modo per stimolarlo, allora non funziona perché pur di essere accettato da mamma e papà rinuncerebbe anche ai suoi talenti.
Quando invece condividiamo la sua soddisfazione, gli stiamo dimostrando sia accettazione che incoraggiamento, basilari per scoprire e affinare i suoi talenti.
Accettazione del gruppo
L’essere umano tende a creare gruppi sociali poiché crede che sia più funzionale alla sua sopravvivenza, quindi parliamo di un aspetto fortemente radicato dentro di noi.
Per il bambino l’accettazione da parte del gruppo, quindi famiglia, coetanei e delle persone a lui significative, è importantissima per l’autostima.
Il senso di accettazione, quindi anche di appartenenza è uno degli aspetti più importanti, poiché fa sentire il bambino accettato, amato e protetto.
Autoefficacia
L’autoefficacia è la fiducia nell’esercitare controllo sugli eventi, quindi anche di gestire la propria vita.
Possiamo definire l’autoefficacia come il sentirsi capaci di svolgere determinati compiti che vengono visti come difficili o problematici.
L’autoefficacia permette di utilizzare al meglio le proprie capacità e abilità, traendone il massimo vantaggio.
Vediamo insieme alcune semplici indicazioni per aiutare il bambino a mantenere e sviluppare l’autostima.
Criticare i comportamenti, non la persona
Come detto prima, criticando il comportamento e non il bambino lo aiutiamo a vedere le sue azioni come migliorabili.
In questo caso è importante rivolgere la critica subito dopo il suo comportamento, di modo che il piccolo ne capisca il motivo e quindi anche il valore costruttivo.
Evidenziare i suoi punti di forza
Il nostro sistema scolastico ci impone di investire tempo anche in ciò che non sappiamo fare bene.
Ovvero, se andiamo bene in italiano e male in matematica, semplicemente perché siamo portati alle discipline letterarie, dobbiamo avere buoni voti anche in matematica.
È un approccio che ha senso in ambito scolastico, tuttavia non significa che lo abbia anche nella vita.
Se un bambino esprime dei punti di forza allora è importante evidenziarli, aiutandolo a scoprire sia sé stesso che i suoi talenti, anche se sono in antitesi con aspettative genitoriali o sociali.
Obiettivi raggiungibili
Gli obiettivi sono tali quando sono raggiungibili, altrimenti sono illusioni o peggio, capricci.
Invogliare il bambino a perseguire obiettivi difficilmente raggiungibili può gratificare l’ego dei genitori, mentre è deleterio per il piccolo, poiché crederà di non riuscire né a raggiungere gli obiettivi e né ad essere accettato dai genitori.
Invece definire obiettivi realistici aiuta il bambino a conoscere sia i suoi punti di forza che i suoi limiti, creando un equilibrio funzionale a sé stesso.
Dividere compiti e obiettivi in step
I bambini per assolvere compiti o mansioni necessitano di avere una direzione e una durata almeno indicative.
E’ bene dividere i compiti, sia scolastici che non in piccoli step, così da dare all’impegno ritmo e direzione.
Altrimenti rischiamo di mettere il piccolo sotto stress, ottenendo l’effetto contrario.
Permettere al bambino di imparare dai propri errori
Se non aiutiamo i bambini a vedere gli errori anche come arricchimento, allora tendono a focalizzarsi solo sulla parte negativa.
E’ importante la pazienza, poiché occorre spiegare al bambino che tutti possono sbagliare, non c’è nulla di male e che l’errore quando lo accettiamo diventa patrimonio esperienziale.
Questo permette al bambino di gestire meglio la frustrazione, imparando a vedere errori o crisi come fattori temporanei, quindi risolvibili.
Risultati come riflesso dell’impegno e non della sorte
È bene insegnare al bambino che i risultati sono frutto dell’impegno e non della sorte, così impara ad avere influenza sui risultati e di riflesso, imparare dagli errori.
Inoltre aiuta a sviluppare autocontrollo, caratteristica essenziale per forza ed equilibrio interiori.
Esporre le sue creazioni
È bene esporre disegni, scritti e creazioni del bambino, così da ricordagli anche i suoi talenti, poiché li vedrà riconosciuti e valorizzati.
Possiamo esporre le sue creazioni sul frigorifero, nel salotto, in una sala apposita, l’importante è che siano ben visibili.
Attività sportiva
Lo sport oltre a migliorare fisico, abilità individuali e socialità migliora anche l’autostima, poiché implica costanza e disciplina.
Nello sport il successo favorisce autostima e perseveranza, la sconfitta se accetta dai genitori come normale esperienza di vita allora viene vissuta dal bambino come incentivo a migliorare e non arrendersi.
Qui è bene fare attenzione al clima che si respira in palestra o nella struttura sportiva, partendo dall’istruttore o allenatore, poiché il bambino deve vivere lo sport come gioco e cooperazione e non come una guerra, altrimenti si rischia di ottenere l’effetto contrario.
Inoltre è fondamentale che il bambino scelga lo sport che più gli piace, anche se non rispecchia le aspettative genitoriali.
Condividere del tempo con il bambino
Questo è l’aspetto più importante in assoluto.
Il più grande dono che un essere umano possa fare ad un altro essere umano è proprio il tempo, poiché il tempo è vita.
Possiamo perdere denaro, affetti, proprietà, tutte cose riottenibili, mentre il tempo è l’unica risorsa che non torna più indietro, quindi è la più preziosa.
La differenza non sta tanto nella quantità, bensì nella qualità del tempo.
Quando dedichiamo tempo al bambino è bene evitare argomenti poco piacevoli o peggio, che gli ricordino i suoi punti deboli.
I bambini sentono quando gli dedichiamo del tempo in maniera genuina, infatti lo apprezzano moltissimo, poiché nutriamo sia la loro autostima che il loro cuore.