Vediamo alcuni aspetti per far crescere i bambini felici.
Crescere i bambini felici significa prima di tutto educarli alla serenità.
La serenità è sintomo di leggerezza, ovvero essere sé stessi ed esprimersi in un ambiente familiare dove regnano armonia e comprensione.
I bambini fin dai primi giorni di vita mostrano il loro temperamento, chi piange molto, chi è socievole, coccolone, ostinato, vivace ed è la base di come saranno da adulti.
L’ambiente nel quale il bambino vive è estremamente importante, e qui mamma e papà hanno il delicato compito di educarlo alla serenità.
Secondo Sigmund Freud, neurologo, psicoanalista e fondatore della psicoanalisi, educare alla serenità significava educare il bambino ad amare e lavorare, ovvero trarre la massima soddisfazione sia dalla sfera privata che pubblica.
Quindi amare ed essere amati a prescindere dalle marachelle commesse, imparando ad essere utili nella società ricavandone sia appartenenza che motivo di orgoglio.
Qui c’è un aspetto importante.
Educare alla serenità significa anche non crescere i figli in base alle aspettative genitoriali, bensì permettergli di svilupparsi ed esprimersi secondo le loro personalità e potenzialità, di essere sé stessi e quindi, bambini felici.
Questa è la più grande espressione di amore che un genitore possa dare al proprio figlio, poiché dimostrazione di accettazione, amore e libertà.
È facile farlo?
No.
Specialmente quando i bambini non rispecchiano le aspettative dei genitori o peggio, quelle sociali.
Ecco perché genitori, parenti, educatori o insegnanti avendo influenza sui piccoli è importante che gli offrano una visione positiva di sé stessi e del loro mondo, aspetti essenziali per crescere bambini felici.
Non significa insegnarli che il mondo è tutto rose e fiori o farlo crescere in una campana di vetro, bensì dargli gli strumenti necessari per affrontare il mondo, che come tale implica sia insidie che opportunità.
La via maestra è l’equilibrio, basilare per crescere bambini felici.
Ad esempio, alle volte possiamo far vincere il bambino, sia nei giochi che nelle situazioni relazionali, invece altre volte gli facciamo assaporare la sconfitta, l’importante è che mamma e papà siano pronti a spronarlo per non demordere.
Possiamo fargli capire il valore delle cose attraverso regole chiare, tuttavia senza essere eccessivamente rigidi poiché alcune volte, uno strappo alla regola può essere saggio.
Possiamo insegnarli a rispettare gli altri attraverso l’esempio.
Quando un bambino vede suo papà aiutare una persona anziana ad attraversare la strada o cedergli il posto su un mezzo pubblico, questo rimarrà impresso nella sua mente, perché l’esempio vale più di mille parole.
Possiamo insegnargli come gestire conflitti relazionali senza ricattare sentimentalmente, ancora peggio usando superiorità fisica o intellettuale.
Possiamo insegnarli come gestire la rabbia e soprattutto, dimostrargli che essere arrabbiati non significa perdere l’amore per l’altro.
Ora, la serenità nasce nei primi anni di vita, quindi l’atmosfera domestica gioca un ruolo chiave se vogliamo crescere bambini felici.
Se mamma e papà fanno sentire il bambino amato e accettato, allora in famiglia regna l’ambiente ideale che gli permette di crescere con serenità.
Come facciamo a capire se stiamo crescendo dei bambini felici?
A prescindere dalle differenze soggettive, i bambini felici hanno in comune peculiarità come autostima, fiducia, creatività, curiosità, inoltre instaurano buoni rapporti con bambini e adulti.
Poi come tutti i bambini è normale che facciano capricci, tuttavia basta poco per fargli tornare il sorriso.
Inoltre i bambini felici dimostrano le proprie emozioni, sia belle che brutte, poi attraverso gesti e comportamenti i genitori possono comprenderne il loro significato.
Felicità come conseguenza di gioia e amore
È importante che mamma e papà trasmettano amore e gioia ai figli, e qui c’è l’aspetto più importante ovvero: non è facile essere genitori.
E non lo sarà mai.
Questo è un aspetto importante.
Spesso si tende a credere che per crescere dei bambini felici occorre essere super genitori, in realtà è impossibile perché siamo esseri umani e non super eroi.
Mamma e papà oltre a mantenere un clima familiare sereno devono gestire quotidianità come lavoro, denaro, urgenze, gestire l’influenza che il mondo esterno ha sul bambino, con tutte le problematiche che ne derivano.
Inoltre, attenzione, a tutti capitano le giornate caratterizzate da nervosismo e malumore, le cosiddette giornate no, e lo stesso vale per i bambini.
Ad esempio, ci sono giorni in cui mamma e papà non fanno che ripetere ai figli “basta”, “finiscila”, stai fermo”, non toccare”, “stai buono” e via dicendo.
Quando accade è bene comprendere che il comportamento del bambino non è sintomo di disobbedienza, semplicemente sta crescendo quindi necessita di attenzione e stimoli continui.
Ora, dato che non possiamo essere lucidi 24 ore su 24, poiché siamo esseri umani e non robot, vediamo come affrontare i giorni no.
Parliamo di quei giorni dove tutto ci dà fastidio, il lavoro non va, i conti non sono come vorremmo, siamo circondati da urgenze, i figli chiedono attenzioni continue.
Possiamo essere equilibrati finché vogliamo, tuttavia durante le giornate no è difficile essere sereni e tranquilli.
In queste situazioni l’unico modo è agire con il sorriso, ritagliandosi dei momenti per sé stessi così da ricaricarci, magari chiedendo aiuto a nonni o zii.
È vero, è più facile a dirsi che a farsi, in qualsiasi caso durante le giornate no è inutile perseverare, perché se va bene otteniamo poco o niente, se va male otteniamo l’effetto contrario.
Se siamo nervosi, irascibili e intolleranti allora il bambino lo vede e attenzione, i bambini fanno quello che ci vedono fare, poiché come genitori siamo anche delle guide.
Ora, il punto è: in qualità di genitori spesso siamo troppo esigenti con noi stessi.
Questo ci porta ad essere duri e pregiudizievoli verso noi stessi e di riflesso, lo saremo anche con i nostri figli.
Essere genitori non è facile e non lo sarà mai, quindi è importante essere morbidi con noi stessi e quando occorre è bene chiedere aiuto così da staccare la spina e ricaricarsi, poiché è un aspetto normale.
Un altro metodo per crescere bambini felici è utilizzare il gioco per trasmettere valori e regole.
Il gioco stimola corpo, sensi e pensiero del bambino, permettendogli di imparare in maniera attiva.
L’apprendimento attraverso il gioco nei bambini inizia nei primissimi giorni di vita.
Attività come il cambio del pannolino, la ninna nanna, la pappa e più avanti valori e regole familiari, se vengono contestualizzate nel gioco allora il bambino le apprende in maniera naturale.
Inoltre attraverso il gioco il bambino sviluppa la capacità di creare relazioni con coetanei e adulti.
Come e quando nascono le prime amicizie
Nei primi due anni di vita il bambino scopre sé stesso e il mondo che lo circonda, spinto dalla sua innata curiosità.
Qui ogni cosa diventa un gioco da scoprire e sperimentare.
Ad esempio, per il bambino il supermercato diventa il paese dei balocchi, dove scopre forme e colori a lui sconosciuti, il parco è un insieme di colori, profumi e sensazioni.
A casa il bambino passa da un oggetto all’altro toccando, assaggiando, scoprendo poiché tutto ciò che è nuovo attira la sua attenzione.
In questa fase il gioco è spesso individuale, poi dai tre anni in avanti il bambino fa le prime amicizie con i suoi coetanei.
Qui emergono anche le prime paure legate all’altro, la diffidenza verso gli sconosciuti.
Ad esempio, le prime volte i bambini sono restii a prestare i propri giochi, prima vogliono essere sicuri di riaverli indietro quando lo desiderano.
I bambini che hanno fratelli, sorelle o vanno già all’asilo sono avvantaggiati, perché oltre a conoscere il valore del gioco in compagnia sono già abituati a condividere sia spazi che giochi.
In questo caso mamma e papà devono abituare il bambino al contatto con i suoi coetanei, favorendo comportamenti di amicizia e socializzazione.
Solitamente i bambini impiegano alcuni giorni per entrare in confidenza con persone a loro nuove, specialmente se non frequentano l’asilo
In questi casi è bene portarli al parco per incontrare altri bambini, condividere nuove esperienze di gioco, imparare a separarsi da mamma e papà sentendosi comunque sicuri.
A volte potrebbero iniziare anche i primi capricci e litigi con altri bambini e attenzione, è bene non farsi prendere dalla rabbia, specie quando i bambini usano il capriccio per ottenere ciò che vogliono, diventando insistenti se non estenuanti.
Va detto che in questi casi è facile perdere la pazienza, tuttavia urlare accentua solo la carica aggressiva dei bambini, portandoli a credere che alzare la voce sia funzionale a ottenere delle cose.
Si può anche discutere senza litigare, l’importante è non farsi gestire dalle proprie emozioni, creando così un rapporto equilibrato con i propri figli.
Infatti la gestione delle emozioni è uno degli aspetti più importanti per crescere bambini felici, poiché attraverso l’equilibrio li aiutiamo a sviluppare spirito critico e autostima, basilare per una personalità forte ed equilibrata.
Inoltre l’equilibrio emozionale di mamma e papà permette ai bambini di sviluppare un corretto equilibrio fra benefici e sacrifici, quindi fra impegno e ricompensa.
Questo vale specialmente per i bambini iperattivi.
Tenere il bambino costantemente occupato in diverse attività per paura che si annoi, invece di giovargli gli crea problemi.
Questo accade per eccessivo senso di protezione, ovvero proteggere il bambino dalla noia, dalle sue emozioni e quindi anche da sé stesso.
Vivere un’infanzia eccessivamente protetta non va bene, rende i bambini fragili, incapaci di affrontare le difficoltà poiché abituati a vivere sotto una campana di vetro, come se la vita dovesse per forza incutere paura.
Per i bambini annoiarsi ogni tanto è importante, per comprendere che la vita non è sempre divertimento o azione, occorre anche quiete, riposo, introspezione.
Quindi l’iper-protezione non va bene, occorrono regole che siano il riflesso di valori, lasciando che i bambini facciano esperienza, socializzino, si sentano responsabili.
Così possiamo crescere felici i bambini, guidati da mamma e papà verso equilibrio interiore e indipendenza, sentendosi capaci sia di essere che di fare, favorendo il riconoscimento di sé e degli altri.
E’ molto importante che mamma e papà trascorrano tempo con i figli in modo costruttivo e armonico, stimolandoli ad esprimere le emozioni senza censura o ancora peggio, paura.
L’espressione delle proprie emozioni permette ai bambini di imparare a gestirle secondo i vari contesti, scoprendo che ogni evento, ogni esperienza ha prospettive diverse e che irrigidirsi su una sola posizione è sintomo di insicurezza.
Educare ad esprimere le proprie emozioni è uno degli aspetti più importanti per crescere bambini felici, poiché imparano a conoscere sé stessi e di riflesso sviluppano sicurezza interiore.
Attraverso la sicurezza possiamo i bambini imparano anche il valore della gentilezza poiché attenzione, la gentilezza è forza, non debolezza.
Essere sicuri di sé significa anche avere il coraggio di essere gentili con gli altri, a prescindere dalle condizioni esterne.
Solo chi sa essere gentile ha anche il coraggio di essere duro quando serve, poiché sono parti integranti di un equilibrio interiore.
Il grande valore di ringraziare e chiedere scusa
I bambini felici riescono a pronunciare in totale libertà due parole potentissime, ovvero: grazie e scusa.
Grazie
Grazie è una delle parole più potenti in assoluto, poiché oltre a riconoscere il valore degli altri, impariamo anche a ricevere dagli altri.
Saper ricevere è un aspetto fondamentale.
Spesso ci chiudiamo le porte da soli perché incapaci di ricevere, a volte proviamo persino vergogna quando qualcuno ci dona qualcosa, tuttavia è un comportamento deleterio.
Saper riceve il bene senza vergogna significa accettare sé stessi, quindi anche scoprire chi siamo, accedendo così alla nostra parte più vera, autentica perché naturalmente potente.
Saper chiedere scusa
Saper chiedere scusa è una delle virtù più importanti.
I bambini felici riescono a chiedere scusa in maniera disarmante.
Non si tratta di piegarsi o sentirsi in colpa, bensì l’esatto contrario.
Se sappiamo chiedere scusa allora siamo anche responsabili delle nostre azioni e attenzione, la responsabilità è la dimostrazione matematica del potere personale.
Chi riconosce ed accetta i propri errori (chiedere scusa) è responsabile delle proprie azioni, quindi anche dei propri successi personali.
Altrimenti deleghiamo sia errori che successo alla responsabilità altrui, vivendo la nostra vita da spettatori poiché crediamo di dipendere dalle azioni degli altri.
Ringraziare e saper chiedere scusa sono virtù.
Quando permettiamo ai bambini di svilupparle la loro vita si illumina, redendoli leggeri e sereni, quindi naturalmente potenti.