Un bambino non amato oltre a provare malessere e disagio, crescendo avrà difficoltà sia a dare che ricevere amore.
Inoltre un bambino non amato sviluppa sfiducia in sé stesso e scarsa autostima, con tutte le conseguenze che ne derivano.
Quasi nessun genitore ammetterebbe di non amare il proprio figlio, tuttavia è un fenomeno più diffuso di quanto crediamo.
Qui è necessaria una premessa.
Ciò che stai per leggere evidenzia dinamiche molto più frequenti di quanto crediamo.
Tuttavia non sono né sentenze e né giudizi, semplicemente prendiamo coscienza di un problema a favore di soluzioni.
Quindi, se ti rispecchi in alcuni concetti, sappi che sentirsi in colpa non serve a nulla, perché essere genitori è tutto meno che facile.
Chi sta scrivendo queste righe non è migliore di te che le stai leggendo, semplicemente ha sbagliato prima e, anche grazie a mamme, papà e professionisti ha poi elaborato delle soluzioni.
C’è una differenza abissale fra un bambino non amato ed uno che invece riceve amore.
Spesso in un bambino non amato lo si riconosce negli occhi e nei comportamenti.
La mancanza di amore verso il proprio figlio può derivare da diverse ragioni, la più frequente è: la decisione di avere figli non è conseguenza di un desiderio cosciente, ovvero non ponderato a sufficienza.
Essere genitori significa rinunciare ad una parte di sé stessi, quindi anche della propria libertà a favore della nuova vita che sta arrivando.
Se nel cuore dei genitori non c’è posto per il figlio, allora donare amore è molto difficile.
Il punto è: a pagarne le conseguenze sono prima di tutto i bambini.
Un bambino non amato sviluppa comportamenti che evidenziano malessere e sconcerto, poiché non capisce cosa accade, soprattutto quando è molto piccolo.
Si sente solo, percepisce il mondo come una minaccia costante e farebbe qualsiasi cosa per essere accettato e amato, anche annullare sé stesso.
Ancora peggio quando i genitori non ammettono a sé stessi il loro rifiuto verso il figlio, giustificando indifferenza, freddezza o in casi estremi maltrattamenti con il concetto: è per il bene del bambino.
Qui il piccolo si sente confuso, spaesato, crede di essere sbagliato, sviluppando il tipico senso di colpa del bambino non amato.
Ci sono madri che ripetono ai loro bambini quanto siano insopportabili, disobbedienti, di come le portino all’esasperazione.
In realtà spesso hanno semplicemente perso la pazienza o ne hanno sempre avuta poca, poiché soggette a un elevato grado di stress ancora prima di essere madri.
Lo stress e la non accettazione dei propri limiti crea una visione distorta dell’altro, quindi anche dei figli.
Così si tende a vedere il bambino come responsabile del proprio stress, spesso riparandosi dietro il mantra dei capricci, della disobbedienza o pretendendo che il piccolo assolva compiti per i quali non ha ancora le competenze.
Ad esempio, pretendere che il bambino stia costantemente fermo, dimenticando che muoversi, scoprire e interagire con l’ambiente fa parte della sua natura.
Pretendere che resti concentrato e attento per molto tempo o che svolga compiti e mansioni come gli adulti.
Sempre come esempio, pretendere che il bambino apparecchi la tavola, sistemi la camera o che faccia ordine come un adulto.
Qui i genitori attraverso una visione distorta ed una conseguente incapacità di valutazione creano frustrazione e senso di incompetenza nel bambino.
E attenzione, queste sono dinamiche spesso devastanti.
Un bambino non amato sente che tutto ciò che fa infastidisce i suoi genitori, è lui la causa del malessere di mamma e papà.
Ciò che fa non è mai abbastanza per essere finalmente amato dai suoi genitori e non avendo ancora capacità di valutazione oggettiva, finisce per sviluppare un forte senso di colpa e un auto-giudizio spesso spietato.
Così crea un’immagine negativa di sé stesso, ciò che si definisce impotenza appresa, ovvero tutto ciò che fa sarà sempre un fallimento e di conseguenza, si priva del proprio potere personale.
Questa mancanza di amore lascia tracce spesso profonde poiché un bambino non amato è un bambino con il cuore spezzato.
Ora, i bambini non riuscendo a dare senso e forma alle loro sofferenze le manifestano in modo indiretto, sviluppando idee e comportamenti la cui funzione è far uscire angoscia e malessere.
Un bambino non amato può sviluppare paure o fobie, come la paura del buio, di oggetti o animali specifici che, in casi estremi possono diventare vere e proprie ossessioni, poiché non riesce a controllarle.
Facciamo alcuni esempi.
- Un bambino non amato può diventare molto impulsivo, incapace di contenere rabbia, pianto, risa o qualsiasi altra emozione. Qui le sue espressioni emotive sono spesso amplificate, hanno un tono esagerato, in casi estremi persino grottesco.
- È instabile, oggi vuole una cosa, domani un’altra, dopodomani un’altra ancora, cambia atteggiamento da un momento all’altro in maniera apparentemente inspiegabile. Ora, cambiare atteggiamento in modo repentino è tipico dei piccoli, tuttavia in un bambino non amato questa dinamica è fortemente amplificata.
- Ha comportamenti ansiosi, ad esempio non riesce a stare fermo, curiosa o tocca di continuo qualsiasi oggetto, ha comportamenti ripetitivi che anche qui, in casi estremi possono diventare ossessioni.
- Fatica a concentrarsi ed a mantenere l’attenzione, di conseguenza ha problemi di rendimento scolastico. Attenzione, non significa che sia poco intelligente, significa che ripetiamo, fatica a mantenere l’attenzione ed a concentrarsi.
- È eccessivamente silenzioso, anche se fisicamente presente è come se non ci fosse, cerca di nascondersi, di proteggersi, di non esistere, quasi fosse invisibile.
- Ha scarsa abilità sociale, quando è insieme a bambini o adulti si sente a disagio oppure diventa irruente.
Un bambino non amato ha poca fiducia in sé stesso, è confuso, inquieto e questo emerge dai suoi comportamenti.
A volte è irruente, altre volte molto distratto o troppo ingessato, perfino formale per la sua tenera età.
Può sembrare triste, afflitto, quindi diventa servile perché ansioso di ricevere conferme dagli altri, prima di tutto da mamma e papà.
Ora, anche noi adulti abbiamo bisogno di amore, affetto, carezze, abbracci e parole positive, figuriamoci i bambini.
Per i bambini dimostrazioni di amore, affetto e fiducia sono basilari quanto mangiare e dormire, sono l’alimento emotivo necessario per crescere forti ed equilibrati.
Amore incondizionato
I bambini per sentirsi davvero amati devono ricevere amore incondizionato.
John Bowlby, medico e psicoanalista britannico ha condotto diversi studi sull’attaccamento, evidenziando come l’amore genitoriale sia veicolato da tutta una serie di attenzioni non scontate che favoriscono uno sviluppo sano e armonico del bambino.
Nel suo libro “Child Care and the Growth of Love” (La cura del bambino e la Crescita dell’Amore), il dott. John Bowlby indica come l’amore viene espresso da tutta una serie di cure a attenzioni, misurabili osservando dettagliatamente le interazioni fra mamma e bambino.
Parliamo di interazioni basate su attenzione e presenza consapevole dell’altro, permettendo a mamma e papà di donare fiducia e sicurezza al bambino, facendolo sentire riconosciuto, amato e accettato.
Mamma e papà devono essere i primi a riconoscere i bisogni del bambino, così anche il piccolo può a sua volta riconoscerli, vivendo in pieno l’esperienza di essere riconosciuto, amato e accettato, colmare il suo naturale bisogno di amore, fondamentale per sviluppare sicurezza e fiducia in sé stesso.
L’amore incondizionato si basa sull’accettazione dell’altro, quindi anche della sua diversità ovvero: “Ti amo perché esisti, in tutte le condizioni, senza sé e senza ma”.
Invece l’amore condizionato è soggetto ad aspettative, paure, quindi ai bisogni di chi ama e non di chi è amato.
Ovvero: “ti amo se… sei bravo, educato, bello, vai bene a scuola, mi fai fare bella figura, fai quello che dico io, sei come voglio io.”
Sentirsi amati e godere di un sano senso di appartenenza, ovvero ricevere amore incondizionato è fondamentale per benessere e maturazione fisiologica, poiché crea un attaccamento sicuro fra il bambino e mamma e papà.
L’attaccamento sicuro si sviluppa nei primi mesi di vita quando mamma e papà rispondono ai bisogni del bambino (accudito, nutrito, coccolato, protetto) accogliendo ogni sua emozione che sperimenta ed esprime (gioia, curiosità, tristezza, rabbia).
Trasmettere amore incondizionato è tutt’altro che facile, in ogni caso è fondamentale che mamma e papà si impegnino verso questa direzione.
Inoltre permette a mamma e papà di monitorare sé stessi nella relazione con il piccolo, distinguendo l’amore incondizionato rispetto a quello condizionato, ovvero i comportamenti del bambino che i genitori tendono a non accettare.
Un esempio sono i neonati, ai quali possiamo dimostrare amore incondizionato fin dai primi giorni di vita.
Quando il neonato piange perché esprime il bisogno di essere preso in braccio, se mamma e papà rispondono alla sua richiesta in modo affettuoso e rassicurante allora il piccolo sente di meritare amore e considerazione, sviluppando anche fiducia.
Ora, donare amore incondizionato richiede un cambio di paradigma che sembra scontato, tuttavia non lo è, ovvero: i bambini non devono fare nulla per meritare amore, bensì meritano amore semplicemente perché esistono.
Noi adulti siamo abituati a fredde dinamiche come premio o punizione, quindi inseriamo il concetto di merito come conseguenza del fare.
Mentre i bambini ripetiamo, meritano amore in quanto esistono, quindi parliamo di essere e non di fare.
Per i bambini è importantissimo ricevere amore e nei primi anni di vita il contatto fisico è essenziale.
Gli effetti positivi di abbracci, carezze e contatto fisico sono ormai ben note e oltre a fungere da calmante naturale favoriscono il rilascio di endorfine, dando origine a sentimenti di sicurezza, benessere e fiducia in sé stessi.
Sono anche importanti il tono della voce, le espressioni facciali, il sorriso, la gestualità, specialmente durante l’allattamento così da rendere l’atto nutritivo anche un atto d’amore.
Tutte queste modalità relazionali saldano il rapporto fra genitori e bambino, basilare per un sano attaccamento sicuro.
Invece ripetiamo, i nemici dell’amore incondizionato sono pretese, criticismo fine a sé stesso, ricatti affettivi, distanza affettiva, tutte dinamiche che fanno sentire il bambino non amato.
Non stiamo dicendo che bisogna essere genitori perfetti, perché oltre che impossibile sarebbe ridicolo.
Gli stessi studiosi indicano chiaramente che i genitori non devono essere perfetti.
Il famoso pediatra e psicoanalista britannico Donald Winnicott parlava chiaramente di “madre sufficientemente buona”, non di madre perfetta.
Ovvero una madre affettivamente presente, che protegge il bambino e se ne prende cura rispondendo ai suoi bisogni.
Quindi ripetiamo, nessun genitore è perfetto, bensì occorre impegnarsi per dare il meglio di sé stessi, far sentire il bambino amato, accettato e protetto.