Vediamo perché le fiabe hanno qualcosa di magico, infatti quando i bambini le ascoltano vi si immergono volando con la fantasia verso mondo fatati.
Per comprendere il potere delle fiabe partiamo da un punto fermo: è molto difficile mantenere l’attenzione dei bambini, poiché per loro natura sono curiosi, quindi in costante movimento.
Ora, perché invece attraverso le fiabe riusciamo a mantenere la loro attenzione?
Perché sono i bambini stessi a chiederci di raccontargli delle favole, anche se sono sempre le stesse.
I bambini difficilmente si stufano di ascoltare le favole, anche se le conoscono già, poiché personaggi, avventure e paesaggi prendono forma nutrendo la loro immaginazione e creatività.
Lo psicoanalista austriaco (naturalizzato statunitense) Bruno Bettelheim, occupandosi anche di psicologia dell’infanzia, ha dato un grande contributo all’interpretazione psicoanalitica delle fiabe.
Secondo Bettelheim le fiabe sono importanti per lo sviluppo dei bambini, poiché potenziano la loro creatività e sono un eccezionale mezzo di comunicazione per trasmettere messaggi positivi.
Nel suo libro “Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe”, Bettelheim indica come esse parlino il linguaggio dei bambini, evocando situazioni in cui i piccoli si identificano con i personaggi.
Questo permette ai bambini di partecipare emotivamente alla storia, aiutandoli ad elaborare e affrontare le difficoltà.
Infatti secondo Bettelheim le fiabe aiutano a tradurre gli stati interiori in immagini visive, aiutando il bambino a conoscersi.
Grazie alle fiabe i bambini sono di fronte ai problemi della loro vita, come il bisogno di essere amati e accettati, la paura di non essere all’altezza, della separazione o di perdere una persona cara.
Le fiabe esemplificano le situazioni poiché incarnano bene e male in personaggi precisi, esprimendo in modo simbolico conflitti interiori e suggerendo soluzioni.
Lo psicologo Jerome Seymour Bruner ha contribuito sia allo sviluppo della psicologia cognitiva che di quella culturale, questo nel campo della psicologia dell’educazione.
Secondo Bruner ascoltare le fiabe favorisce lo sviluppo del pensiero narrativo, ovvero la capacità cognitiva con cui organizziamo l’esperienza.
Le esperienze hanno caratteristiche spazio temporali e l’essere umano è naturalmente predisposto a strutturarle secondo criteri narrativi, quindi le fiabe possono aiutare i bambini sia a conoscere sia sé stessi che il mondo.
Infatti la narrazione stimola processi di elaborazione, comprensione, interpretazione e rievocazione.
Secondo Bruner i bambini ascoltando le fiabe attivano sia realtà che fantasia, poiché contengono elementi reali, quindi logici che seguono sequenze temporali e di causa-effetto, e anche elementi irreali, che invece infrangono logica e realtà.
Quindi i bambini attivano sia il pensiero razionale che quello fantastico, poi attraverso l’emozione e la comprensione della narrativa stimolano anche la parte cognitiva.
Questo allena i bambini anche a risolvere situazioni e problemi in maniera compatibile con età e sviluppo.
Le fiabe sono anche sigillo di valore affettivo, poiché il genitore dedica tempo al bambino attivando reazioni ed emozioni come interesse, curiosità, suspence, fascino, divertimento, gratitudine.
Inoltre aiutano il bambino a conoscere la sua lingua, scoprendo come immagini e parole scritte possano rappresentare qualcosa di non presente, il tutto ricevendo sia piacere che insegnamento.
Le fiabe potrebbero anche favorire la sinergia fra competenze orali e scritte, infatti alcuni sostengono che allenino i bambini a sistemi di apprendimento più complessi, come quelli scolastici.
Grazie al loro schema narrativo sia semplice che ripetitivo, favoriscono strategie di memorizzazione come la ripetizione, determinante per l’apprendimento.
Lo scrittore Piero Acler e l’insegnante di Scuola Primaria Lauramaria Fabiani hanno realizzato due programmi, alfabetizzazione e conoscenza dei verbi attraverso le fiabe.
Acler e Fabiani aiutano i bambini ad imparare ogni singola lettera dell’alfabeto attraverso una fiaba.
Secondo i due autori legare ciascuna lettera ad una fiaba, facendone un personaggio con caratteristiche precise, incide sul ricordo che il bambino avrà di ogni lettera.
Gli stessi autori hanno creato anche “Laboratorio verbi. Fiabe e attività per la scuola primaria”, un progetto che attraverso le favole stimola l’apprendimento della grammatica.
Le fiabe permettono al bambino di arricchire la sua conoscenza, ampliare i suoi orizzonti, stimolare idee, logica, autonomia di giudizio e spirito critico.
Spesso offrono anche una visione sul cammino dell’umanità, ovvero problemi, difficoltà, ingiustizie e di come i personaggi possono affrontarle e risolverle.
Inoltre veicolano insegnamenti e valori che aiutano i bambini a comprendere cosa accade dentro di loro, specialmente nella descrizione dei personaggi e delle loro azioni.
Le fiabe toccano anche gli adulti, poiché con incanto infantile rievocano situazioni e significati spesso non ancora compresi del tutto.
Non a caso nessun bambino dimentica la dolcezza nel farsi leggere una favola da mamma e papà, come nessun genitore dimentica la dolcezza nel leggere una favola al proprio bambino.
La fiaba è magia, sia raccontata che ascoltata, poiché chi narra e chi ascolta si nutrono a vicenda, l’immaginazione di bambino e genitore si fondono insieme, un’emozione comune che sigilla un ricordo per tutta la vita.
Le fiabe favoriscono anche l’equilibrio interiore attraverso la non negazione del male.
Nelle favole il male ha una sua dimensione poiché incarnato da personaggi precisi, insegnando al bambino che bene e male fanno parte della vita.
Infatti sfide e prove si basano su bene e male, conducendo ad una duplice morale:
- il male seduce ma alla fine viene sconfitto dal bene
- il male non paga perché il cattivo è sempre un perdente
Nelle fiabe la vita dell’eroe è di gran lunga migliore rispetto a quella del cattivo, questo permette ai bambini di identificarsi con il bene, ovvero con il coraggio e la perseveranza dell’eroe.
Le fiabe quindi, aiutano a sviluppare fiducia in sé stessi, donandoci forse la morale più importante: la vita anche dopo tanti problemi è comunque bella, poiché ci riserva sempre delle opportunità.